Distorsione di caviglia (ovvero storie di adattamenti)

Con la scusa della distorsione di caviglia, vorrei parlare di un argomento molto ma molto ma molto importante: gli ADATTAMENTI.

Il Sig. Mario Rossi ha subito un’entrata scomposta da suo cugino mentre giocava a calcetto e ha preso una gran bella “storta”, la caviglia si stava gonfiando come un palloncino e il sig. Rossi vi ha prontamente applicato i piselli surgelati, prima, e il ghiaccio sintetico, poi, per almeno un paio di giorni.

Con il dovuto riposo, un po’ di pomata e qualche accortezza in più, dopo alcuni giorni la caviglia ha iniziato a sgonfiarsi e a muoversi un po’ meglio… (era ora!!!) forse non sarà nemmeno necessario andare dal medico.

Su suggerimento del barista che lavora sotto casa e del meccanico che prendeva il cappuccino, Mario dopo una decina di giorni ha deciso di farsi una bella risonanza Magnetica. Per fortuna pare che questa non abbia evidenziato lesioni particolari (meno male!!!), solo una lieve distrazione dei legamenti.

Per un po’ di tempo, comunque, il sig. Rossi aveva dovuto usare le stampelle prestategli dalla zia Clotilde, ma alla fine, piano piano, ha iniziato a camminare, prima zoppicando un po’, poi il dolore piano piano si è attenuato e Mario è tornato di nuovo in forma.

FINE (o forse no…)

Storia già sentita? (a chi lo dite…)

Facciamo delle ipotesi su quello che potrebbe accadere dopo questo evento apparentemente banale:

1. Il problema si è risolto al 100% (una botta di fortuna ogni tanto… no?)

2. Il sig. Rossi, da quel giorno, ha notato una certa propensione di quella caviglia alle distorsioni…

3. Dopo qualche mese, il ginocchio della stessa gamba ha cominciato a dargli fastidio…

4. Dopo qualche mese, ha cominciato ad avere fastidi alla schiena…

5. Dopo qualche anno, l’anca dell’altra gamba ha cominciato a dargli fastidio…

6.7.8.9.10…..

Tralasciando l’ipotesi n°1, se la caviglia del sig. Rossi non recupera tutta la sua funzionalità, il suo corpo si ADATTA intorno a quella situazione e qualcun altro deve compensare quella mobilità perduta o quel sostegno perduto. Questo disequilibrio provoca un carico di lavoro eccessivo o errato per altre strutture (lapalissiano).

L’Osteopata, in questi casi, si pone come obiettivo il recupero funzionale della caviglia MA va anche alla ricerca di tutti gli ADATTAMENTI avvenuti nel tempo con lo scopo di normalizzarli.

Grazie dell’attenzione